GYRO

Studente: Rossella Di Maro
Supporto scientifico: Carla Langella
Con la collaborazione di: Gabriele Pontillo

Il progetto Gyro parte dall’esigenza di alleviare i dolori delle dita, della mano e del polso dovuti a particolari patologie come artrosi, artrite reumatoide, sindrome del tunnel carpale o a particolari lavori che costringono l’uomo a trascorrere molte ore al computer per scrivere o disegnare.

allenamento arti

Non solo coloro che svolgono lavori più o meno privilegiati incorrono in questo  tipo di patologie, ma anche molti operai, lavoratori che utilizzano gli arti superiori come forza  motrice. Il target si estende anche agli sportivi che necessitano di un costante allenamento  
degli arti chiamati in causa in sport come il tennis, il golf, il rugby e moltissimi altri

Energia pulita

Il dispositivo progettato genera energia pulita con il potere delle mani e tramite lo stesso  movimento non solo si produce energia ma questo allevia dolori e rinforza i muscoli sollecitati migliorando anche la circolazione sanguigna andando a stimolare la microcircolazione superficiale della mano tramite particolari nervature. In poche parole Gyro rappresenta un bilancio positivo tra benessere fisico ed energetico senza trascurare l’aspetto ecologico e sostenibile

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Scarti di vetro con oro

Rigenerazione degli scarti e auto-produzione.

Designer: Serena Miranda
Supporto scientifico: Carla Langella

Il progetto Dalmantica Jewel, nato da una ricerca sulle caratteristiche estetiche delle diatomee che hanno un nucleo ed un numero variabile di cloroplasti giallo-dorati.

Per ottenere manufatti preziosi, sono stati utilizzati frammenti di vetro da scarto fusi con l’oro per simulare l’effetto osservato nelle immagini al microscopio delle colonie di diatomee.  

Licmophora Dalmatica

La Licmophora Dalmatica è caratterizzata da un gioco di luce e colori particolarmente seducente e complesso che è stato scelto come ispirazione estetica per un processo produttivo da utilizzare sul vetro per realizzare gioielli ed accessori ad elevato valore estetico.

Per effettuare il trasferimento è stata studiata la microstruttura delle cellule.

Come tutti gli eucarioti fotosintetici le diatomee hanno un nucleo ed un numero variabile di cloroplasti giallo-dorati aventi all’interno lamelle formate da tre tilacoidi ed una lamella cingolare che le include tutte.

I cloroplasti delle diatomee hanno forme diverse, di grani, lastre, nastri o stelle.

Invece di essere verdi come le normali piante sono gialli, verde oliva e marroni.

Riciclo dello scarto: vetrofusione

II processo produttivo è scaturito dall’analisi delle potenzialità dello scarto e del processo ospitante.

Le venature dorate del vetro sono realizzate attraverso la tecnica della vetrofusione.

Nel primo passaggio il vetro viene tagliato tramite una punta di diamante, di forma triangolare, viene in seguito levigato su un nastro di carta vetrata, per rifinire i bordi taglienti.

Il secondo passaggio riguarda la decorazione, sulla lastra triangolare tagliata in precedenza, viene spolverata una polvere di oro e ricoperta di vetro frantumato.

Infine, nel terzo ed ultimo passaggio, il vetro viene inserito nel forno adatto per la vetrofusione.

Fondendo cosi a 700°, si ha l’effetto desiderato, ovvero un elemento in vetro con delle sovrapposizioni di oro e vetro fusi che creano un effetto di cromatico ed un gioco di trasparenze molto simile a quello osservato nelle immagini al microscopio delle colonie di diatomee.  

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